Marco Vincenzi

Marco Vincenzi, genovese, si è diplomato in pianoforte col massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio della sua città, vincendo il premio per il miglior diploma dell’anno. In seguito ha studiato con Maria Tipo al Conservatorio Superiore di Ginevra, ottenendo il Prix de Virtuosité nel 1986; nello stesso anno si è diplomato in composizione e laureato in lettere moderne col massimo dei voti e la lode, discutendo una tesi su Dinu Lipatti, che è stata premiata dalla Fondazione Lipatti di Bucarest. Distintosi in numerosi concorsi, ha vinto quelli internazionali di Stresa e della Sommerakademie del Mozarteum di Salisburgo.
Svolge attività nei principali centri italiani, in Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Romania, Spagna, Svizzera e Stati Uniti, tenendo recitals e concerti con orchestra in alcune fra le più prestigiose sale europee. Ha preso parte a numerose esecuzioni integrali dell’opera pianistica di Chopin, delle Sonate di Beethoven, delle Sonate e dei Concerti di Mozart. Molto attivo in ambito cameristico, ha collaborato con Cristiano Rossi, il Nuovo Quartetto Italiano, il Quartetto di Fiesole e altre formazioni di rilievo.
Titolare di pianoforte principale presso il Conservatorio di Genova, già direttore del Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni di Empoli e direttore artistico del Concorso pianistico internazionale “Arcangelo Speranza” di Taranto, ha progettato e curato i volumi Ferruccio Busoni e il pianoforte del Novecento e Drammaturgie musicali del Novecento. I suoi nove CD monografici, tutti editi dalla Dynamic, sono stati recensiti molto favorevolmente dalle più importanti riviste europee ed americane. Nel 2012 ha pubblicato un CD mozartiano per Naxos. L’ultimo, uscito nel 2016 – in concomitanza col 150° anniversario della nascita di Busoni – comprende tutte le trascrizioni di Schubert-Busoni ed è una first world recording che è stata particolarmente apprezzata dalle maggiori riviste del settore. Nello stesso anno ha curato l’edizione italiana della storica biografia Ferruccio Busoni di Edward J. Dent, accolta con particolare interesse in ambito musicologico.