Riccardo Risaliti
Direttore Artistico

L’Associazione Musicale Massarosa, nata dall’entusiasmo e dall’amore per la musica di un piccolo gruppo di persone, ha istituito nel 2010 il concorso pianistico che porta il nome della piccola città toscana della Lucchesia. Si è voluto così valorizzare la vocazione musicale di un territorio legato al nome di Giacomo Puccini, che già si fregiava di due istituzioni musicali. Il concorso si è poi imposto per la serietà e l’impegno del programma richiesto, il prestigio delle sue giurie, la sistematicità del suo impegno annuale, il numero e la varietà dei candidati provenienti da tutto il mondo, i riscontri ricevuti a livello internazionale.

Non è facile organizzare un concorso di esecuzione musicale, far partire una macchina che può essere anche complessa e costosa. E una volta fatta partire, adoperarsi con un continuo lavoro promozionale per farla conoscere. “Vendere” un concorso, cioè attirare dei clienti (i candidati), è come vendere un prodotto commerciale, che so, un detersivo: bisogna convincere che sia un prodotto che valga la pena di comprare. Da un detersivo ci si aspetta che lavi più bianco senza inquinare, da un concorso i candidati si aspettano che li rimuneri con premi generosi in denaro, ma soprattutto dia loro quegli apprezzamenti che vadano al di là del momento competitivo e li aiuti ad iniziare una carriera professionale.

Il concorso di Massarosa non ha ancora premi in denaro vistosi come altri celebri concorsi, e neanche la potenza di assicurare la carriera in sedi concertistiche di rilievo; eppure l’interesse destato – per i motivi cui prima accennavo – ha mosso la parte migliore del pianismo internazionale. Una spiegazione la si può trovare nel fatto che il concorso, come fenomeno internazionale, ha smesso da vari decenni di essere il trampolino di lancio in una carriera. Lo era in origine, quando i concorsi erano pochi, e molto autorevoli. Oggi si contano sulle dita di una mano quelli che hanno questo potere. Il concorso ormai fa vita a sé, è diventato quasi uno sport; oggi i ragazzi si muovono, si incontrano, si studiano a vicenda e si mettono in competizione fra loro.

Praticamente il mondo, il giro dei concorsi è diventato parallelo al mondo, al giro dei concerti. Molti giovani affermano che fanno concorsi, oltre che con la speranza di vincere, per crearsi delle motivazioni per lo studio e per auto-valutarsi nell’incontro con altri strumentisti, altre scuole.

Noi speriamo che crescendo (e per farlo crescere occorrono possibilità che non dipendono solo da noi) il concorso di Massarosa diventi un’importante occasione di aggregazione musicale internazionale, e che faccia ricordare ai pianisti di tutto il mondo che qui in terra toscana, dove vissero grandi artisti e, a un tiro di schioppo, un compositore come Giacomo Puccini, poco più di 300 anni fa nacque uno strumento musicale che si chiama pianoforte!